venerdì 11 febbraio 2011

Fotografia & Società Terza parte


11-1870-1880-Via Crucis-Tavola XII-Anonimo-stampa all'albumina
La riproduzione fotografica di quadri, disegni, illustrazioni è un momento fondamentale nella storia della fotografia. Il segno democratico che la fotografia introduce nella cultura visuale delle società capitaliste avanzate del XIX° secolo, può essere considerato un fatto rivoluzionario: tutti potranno vedere tutto, riprodotto attraverso una fotografia. La Chiesa cattolica coglie questa occasione e sfrutta il mezzo nuovo per far conoscere ai fedeli l'immagine e il messaggio della fede cristiana. Pian piano le organizzazioni cattoliche e i sacerdoti iniziano ad usare la fotografia come un potente strumento di divulgazione religiosa. La riproduzione fotografica di questa tavola della via crucis è uno dei tanti esempi della democratizzazione, ma anche della potenza, del messaggio visivo offerto dal nuovo media.

12-1879-Fotografia di signora sconosciuta lasciata in ricordo-Stduio H. Lieure-Albumna
Con la diffusione della fotografia iniziò anche la moda di regalarsi le fotografie. Questo modo di usare la propria immagine partì dalle classi più alte delle società europee e si estese pian piano anche ai settori della media e piccola borghesia. E non si regalavano soltanto i propri ritratti, ma anche paesaggi e riproduzioni di monumenti. Con l'introduzione della fotografia nella vita quotidiana, iniziò l'intensificazione dei rapporti fra le persone con la possibilità di conservare i volti di amici e parenti assieme ai quali, ad esempio, si era trascorsa una vacanza insieme. Il ricordo non era più patrimonio solo della memoria individuale, ma acquisiva forma concreta attraverso la fotografia incollata su un cartoncino rettangolare. Qualcuno, forse un membro della famiglia aristocratica proprietaria del fondo fotografico da cui proviene questo ritratto di signora sconosciuta "formato gabinetto", scrisse sul retro una dedica: "A l'irresistible Mathilde. Souvenir de Belgrate, 28 septembre 1879". Nel fondo, acquistato a Rouen, c'è anche una fotografia del patriota italiano Benedetto Cairoli, con una dedica alla contessina Mathilde de Cessolle, datata 25 settembre 1879, ed un’altra del Generale Cialdini, datata giugno 1879.
13-1890-1900-Paesaggio fluviale-Anonimo-Bromuro d'argento
 Sin dalla prima fotografia della storia, quel "point de vue" (così lo definì Nicepore Niepce) eseguito attorno al 1825 dalla finestra di Saint-Loup de Varenne, presso Chalon-sur-Saone, il paesaggio è stato protagonista del nuovo media. In questa immagine, proveniente dalla Normandia e contenuta in un album assolutamente anonimo,  vediamo il soggetto e il suo doppio. Di specchi la fotografia si è nutrita nel corso dei quasi due secoli che vanno dal momento in cui iniziarono a concretizzarsi gli esperimenti di Niepce. Nel fiume privo di increspature, si riflette un palazzotto signorile: è un tipico paesaggio di Francia. Se il fotografo avesse sollevato di poco l'obbiettivo oppure l'intera fotocamera, l'effetto di rifrazione sarebbe andato perso. In questo sguardo  c'è l'intenzione di cogliere un elemento del paesaggio, ma anche un doppio che deve risultare nitido quanto il soggetto principale. La composizione fotografica è un'imitazione della pittura oppure altro? Inconsapevolmente il nostro anonimo fotografo ha usato la macchina fotografica per effettuare un'operazione in cui la visione mentale privilegia il contenuto dello sguardo. Siamo di fronte ad una fotografia che traendo alimento dalla tradizione pittorica, la supera e crea un paesaggio assolutamente fantastico attraverso le possibilità dell'ottica e dalla luce.
14-1880-1890-Pregheira-Anonimo-Albumina
La fotografia come specchio della natura, ma anche dell'anima. Questa immagine, tratta da un' anonima stereoscopia, reca sul retro soltanto la parola "preghiera". Lo specchio rifrange la purezza e l'ispirazione religiosa della bambina vestita di bianco che si appresta a entrare nella vita di giovinetta e poi di donna. E’ simile alla porta d'ingresso in un mondo diverso da quello reale, ma la sfera di sentimenti che si nasconde dietro l'apparenza corporea, avrà una dimensione limpida e somigliante alla superficie dello  specchio? Cosa si nasconde dietro quella fronte, quegli occhi e nelle mani giunte, che ricordano quelle di una santa, ma che l’immagine riflessa lievemente deforma? Sono gli anni in cui Sigmund Freud compie i suoi studi sull'analisi dell'inconscio e la fotografia del Novecento dovrà fare i conti con la rivoluzione psicanalitica che tanto ha contribuito alla formazione della cultura contemporanea.
15-1870-1880-Fotografia colorata-Anonimo-Albumina


Sin dalla nascita della fotografia, scienziati e fotografi si posero il problema di restituire i colori reali dell'immagine. Il più importante tentativo, precedente la fotografia e la diapositiva a colori, fu quello degli authocromes ottenuti attraverso strati sovrapposti di fecola di patata e colorati con pigmenti che riproducevano i colori fondamentali. Prima degli authocromes, le fotografie si coloravano a mano oppure si usava una tecnica particolare. Sotto la stampa all'albumina, ottenuta su una carta molto trasparente, si applicava un altro foglio di carta velina in cui, con la tinta all'acquerello si coloravano le figure e i paesaggi fotografati,  dipingendo così l'intera immagine.  La fotografia era poi osservata contro una fonte luminosa che in trasparenza restituiva l'effetto del colore. L'immagine era un misto di pittura all'acquerello e di fotografia. In questo caso un interno borghese tipico della seconda metà dell'Ottocento, con tre signore che leggono una lettera giunta da lontano. Questo quadretto è anche il tentativo di raccontare, attraverso una sequenza di  stereoscopie, una storia. Si sta avvicinando l'epoca del cinema.

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