mercoledì 25 marzo 2015

Museo della fotografia. La sala dell'eterno ritorno.


Il treno, la luce elettrica e i giornali: conoscere e ricordare. Elaborazione fotografica di Stefano Viaggio

Nella terza sala del nostro museo presentiamo un piccola collezione formata da fotografie di luoghi diversi della Francia, raccolta da due signore di cui conosciamo i nomi, Suzanne e Eugenie, ma non i volti. Questa collezione si arricchisce nel tempo: le due amiche, o sorelle, compiono diversi viaggi e acquistano fotografie. Produrre fotografie per i turisti che visitavano monumenti storici o siti particolarmente interessanti divenne negli ultimi decenni del XIX° secolo, una vera e propria impresa commerciale. All'epoca in cui queste due signore viaggiavano la cartolina a buon mercato non era ancora diffusa e le fotografie che si acquistavano erano prodotte da studi fotografici che si specializzarono nella riproduzione di opere d'arte e di monumenti. La classe media in espansione poteva permettersi di viaggiare, acquisire conoscenze e portare a casa il ricordo dei luoghi visitati. Se la fotografia del volto di una persona cara, inserita in una album o custodita in un cassetto, era un momento preciso nella vita di questa persona, la fotografia di un luogo era il ricordo della visita compiuta nel corso di un momento di svago. Occasione non solo per acquisire nuove conoscenze, ma anche momento per la formazione di un'identità nazionale attraverso la storia costruita dalle generazioni precedenti e rappresentata da castelli, cattedrali e paesaggi modificati dalla mano dell'uomo. La fotografia dava la possibilità di poter ricordare con le immagini. Scrivere la data e il luogo sul retro del cartoncino su cui l'immagine era incollata, significava poter ritornare con la memoria su un momento della vita e ricordarne le emozioni.
 
La sala dell'eterno ritorno. Elaborazione fotografica di Stefano Viaggio


Dai castelli di Francia ai ghiacciai del Monte Bianco, le signore che collezionarono queste fotografie erano protagoniste di un mondo nuovo in cui i confini si allargavano sino a diventare ciò che oggi definiamo come il "villaggio globale". Senza l'immagine fotografica tutto questo non sarebbe potuto avvenire. Acquistare, conservare e mostrare luoghi diversi dal proprio cortile di casa, divenne un fatto che alimentò il turismo. Tutto questo era appannaggio di ceti all'epoca ben circoscritti che avevano tempo e denaro per pagarsi una vacanza, ma l'espansione del turismo aveva anche la funzione di esempio: attraverso processi storici non privi di conflitto, la voglia di conoscere cose nuove si estendeva anche a coloro che per il momento ne erano esclusi. Abbiamo scelto solo alcune delle fotografie collezionate dalle due signore e le date riguardano gli anni ottanta e novanta del XIX° secolo. Allora fotografare era ancora un'impresa complessa e faticosa: si preferiva acquistare un'immagine fabbricata da altri.
1884, 26 febbraio: Arles, Les Aliscamps. Studio Autecoeur. Stampa all'albumina.


1884, 9 giugno: Castello di Chenonceau. Stampa all'albumina.


 
1884, 9 agosto: Boulogne-sur-mer, battello per Folkestone. Studio De Mauny. Stampa all'albumina.

1884, 9 agosto: processione religiosa, luogo non indicato. Studio De Mauny. Stampa all'albumina.


1886, 29 aprile: veduta di Rouen. Stampa all'albumina.


1889, 18 aprile: Castello di Cheverney. Studio Miusement, Blois. Stampa all'albumina.


1889, 6 luglio: Cattedrale di Amiens. Studio Caron. Stampa all'albumina.


1890, 21 febbraio: Fontainebleau, stanza di Maria Antonietta. Stampa all'albumina.


1891, 14 settembre: strada da Martigny a Chamonix. Studio Denier. Stampa all'albumina.


1891, 9 novembre: Ghiacciaio di Bossons. Studio Tairraz. Stampa all'albumina.


1892, 6 settembre: Nancy, arco di trionfo. Stampa all'albumina.






Nessun commento:

Posta un commento